Grillo cresce nei sondaggi e fa paura L’antipolitica terrorizza il centrosinistra

Chi l’avrebbe mai detto che a far tremare i partiti sarebbe stato il comico genovese Beppe Grillo, che con il suo Movimento 5 Stelle, secondo un recente sondaggio di Swg, cresce del 7,2% nazionale nelle intenzioni di voto degli italiani.

Secondo DataMonitor, che registra un testa a testa tra Pdl (24,2%) e Pd (24,9), la Lega crolla infatti, dal 10,5% di gennaio al 6,5% di oggi, mentre il Movimento 5 Stelle balza al 6,8% dal 2,3%. L’Udc si attesta al 6,8%, Fli al 4,9%, Api e Mpa allo 0,8%. Tiene Sel al 6,5%, mentre fra gli altri partiti ci sono Pannella all’1,7%, La Destra al 2%, Grande Sud all’1.9% e la Federazione della Sinistra al 2,4%. Sempre secondo DataMonitor comunque «più del 20% degli italiani sarebbe indeciso, mentre il 22,4% deciderebbe di astenersi».
Sono numeri che destano preoccupazione soprattutto alla sinistra, che freme per provare a mettere le mani su Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche. <<Siamo nei guai – dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani – Se c’è qualcuno che pensa di stare al riparo dall’antipolitica si sbaglia. Se non la contrastiamo, spazza via tutti». «Abbiamo in giro molti apprendisti stregoni che sollevano un vento cattivo», dice ancora Bersani, sostenendo che sul finanziamento dei partiti, c’è chi fa il gioco sporco.
Anche il leader del Sel, Nichi Vendola, si è espresso a riguardo: <<C’è il rischio che (i voti, ndr) finiscano nel fiume sporco dell’antipolitica>>, ha dichiarato in un’intervista di Maria Latella su Sky TG24. <<Ci sono delle involuzioni nel discorso pubblico di Grillo che colgo con preoccupazione, alcune battute che sembrano in stile leghista, una mescolanza di argomenti – ha osservato Vendola – di estrema sinistra ed estrema destra e questo me lo rende un fenomeno tutt’ora da decifrare e guardare con attenzione ma è un fenomeno inquietante. Oggi la malattia della cattiva politica si cura con la partecipazione, con la cultura e con la democrazia>>.
Insomma, i partiti del centrosinistra, che durante il governo Berlusconi alimentavano l’antipolitica per istigare il Paese contro il Cavaliere, allora ex premier, ora percepiscono le conseguenze di questo fenomeno e lo definiscono un brutto male, una violenza per la democrazia.
Sarà solo paura?

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